LA TERAPIA OCCUPAZIONALE: RIABILITAZIONE E PREVENZIONE

 

La terapia occupazionale (TO), viene ufficialmente riconosciuta in Italia nel 1997 con il DM 136/97 che segna la nascita della figura professionale del terapista occupazionale. Ma  nel nostro Paese è ancora considerata una novità. Il termine Terapia Occupazionale, ovvero ergoterapia, deriva dal  greco (“ergein“ = agire, essere attivi), esprime il concetto secondo cui  l’essere impegnati costituisce un bisogno primario dell’essere umano e che un’attività svolta in maniera mirata ha degli effetti terapeutici.

La TO si applica a persone di tutte le età le cui capacità di azione, a causa di malattie acquisite o congenite,  sono andate perdute o sono diminuite, ma anche alle persone che intendono sviluppare capacità nascoste o deficitarie. L’obiettivo della terapia occupazionale è di potenziare la capacità di azione della persona nell’ambito  dell’autonomia e dell’indipendenza.  La consulenza permette di individuare le attività specifiche su cui far leva,  consentendo ai fruitori di migliorare la propria abilità di azione nella quotidianità, nell’adattamento all’ambiente,  nella partecipazione sociale e migliorando così la qualità  di vita in generale. L’elemento centrale della terapia occupazionale è la persona, ogni uomo è un essere unico. I suoi interessi e le sue esigenze  sono al centro dell’attività di terapia occupazionale . Quando è possibile il terapista definisce l’obiettivo del suo intervento insieme al paziente  pianificandolo e valutandolo con lui poiché la capacità di azione e la qualità della vita dipendono essenzialmente  dalle abilità della persona.

(la terapia occupazionale Claudiana)

La Terapia Occupazionale e la prevenzione

Gli interventi a favore della promozione della salute puntano all’incremento delle risorse e dei potenziali della persona. Obiettivo della promozione della salute è garantire uno stato di benessere fisico, psichico e sociale e  per raggiungerlo è importante motivare le persone a scegliere uno stile di vita salutare.

Si fa una distinzione fra prevenzione primaria, secondaria e terziaria:

  • la prevenzione primaria è indirizzata ai soggetti sani e consiste nel ridurre l’eposizione ai fattori di rischio al fine di prevenire il manifestarsi della malattia.
  • la prevenzione secondaria si attua con la diagnosi precoce e con  i trattamenti preventivi che permettono di prevenire il peggioramento di una condizione patologica intervenendo nelle situazioni di rischio per contrastarle.
  • la prevenzione terziaria ha lo scopo di ripristinare lo stato di salute dopo un evento patologico prevenendo complicanze e peggioramenti.

Da sempre la prevenzione è parte integrante della terapia occupazionale: nelle fasi acute e nella riabilitazione, il terapista occupazionale opera sempre con l’intento di prevenire peggioramenti o ricadute.

Nei  Paesi industrializzati si è assistito all’aumento dell’aspettativa di vita. Se è vero che l’anziano di oggi gode di un migliore stato di salute rispetto a chi l’ha preceduto nelle generazioni passate, è vero altresì che l’invecchiamento della popolazione va di pari passo con l’aumentare delle patologie croniche.  A questo si aggiunge il fatto che a dispetto di un elevato standard di vita, larghe fasce della popolazione sono sempre più spesso interessate da fenomeni come le dipendenze, la depressione, i disturbi alimentari (soprappeso e anoressia), le patologie tumorali. Tutti questi fatti aumentano la richiesta di prevenzione. Sempre più spesso si chiede alla medicina di contribuire al mantenimento e al miglioramento della salute della collettività. La terapia occupazionale offre numerose opportunità in tal senso.

Un sondaggio svolto nel 2006 nell’ambito del progetto DACHS, dimostra  che  in Germania e nelle regioni limitrofe il terapista occupazionale opera principalmente nei settori classici della medicina ossia nella fase di trattamento acuto e nella riabilitazione e solo raramente nell’ambito della prevenzione . Viceversa i dati inoltrati da altri Paesi (Danimarca, Svezia, Gran Bretagna, Canada e Australia), dimostrano che la terapia occupazionale è una disciplina consolidata in ambito preventivo.

La TO interviene in ambito preventivo perseguendo diversi obiettivi:

  • favorire nel bambino uno sviluppo delle facoltà fisiche, cognitive, emotive e sociali che gli consentano di mantenersi in salute, di integrarsi nella scuola e più tardi di apprendere un mestiere;
  • allestire ambienti di lavoro che non facciano ammalare: proposte per una predisposizione ergonomica della postazione di lavoro e per la promozione della salute attraverso l’ottimizzazione dei processi di lavoro in termini fisici (p.es. ergonomia), psichici (p.es. ritmi di lavoro), cognitivi (p.es. complessità del lavoro) e sociali (p.es. ge- stione dei conflitti);
  • interventi tempestivi sul posto di lavoro: alle prime avvisaglie di sovraccarico o di aumento dell’assenteismo per malattia al fine di evitare assenze prolungate dal posto di lavoro;
  • allestire gli spazi abitativi senza barriere per facilitare alle persone disabili l’accesso a tutti gli ambiti della vita e prevenire la cadute in età avanzata;
  • sensibilizzare gli anziani su tematiche come “Abitare sicuri in vecchiaia“ o “Come evitare le cadute“ per prevenire lesioni e infortuni mantenendo l’autonomia il più a lungo possibile e abbreviando i soggiorni nelle case di cura e di riposo;
  • prevenire l’isolamento dell’anziano stimolandone le capacità fisiche, cognitive, emozionali e sociali per consentirgli la cura dei rapporti interpersonali e la socializzazione;
  • sostegno ai familiari delle persone colpite da demenza, handicap fisici o patologie croniche per evitare che la malattia faccia ammalare anche loro.

Investire  in prevenzione è importante per ridurre il numero di malattie di domani. Una buona prevenzione oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, contribuisce ad avere un welfare più sostenibile.  Una sanità pubblica che deve garantire equità e contrasto alle diseguaglianze in tutte le fasi della vita.

Bibliografia

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