LA FIBROMIALGIA NON E’ UNA MALATTIA IMMAGINARIA

 

Il termine fibromialgia  deriva da “fibro” che indica i tessuti fibrosi (tendini e legamenti) e “mialgia” che significa dolore muscolare: perciò la fibromialgia è una condizione che colpisce i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa, causando aumento della tensione muscolare. E’ una forma di reumatismo extra-articolare, si tratta di una condizione molto comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento  che colpisce circa 1,5-2 milioni di italiani prevalentemente donne con un rapporto di 20:1 rispetto agli uomini. Può manifestarsi in qualsiasi fascia di età più frequentemente fra i 20-30 anni. E’nota da molto tempo  ma solo recentemente è stata meglio definita (1994 “Dichiarazione di Copenaghen”).

Sintomatologia

L’esordio della fibromialgia è in genere subdolo, ma spesso segue un evento traumatico psichico o fisico. Il dolore è il sintomo principale, all’inizio può essere localizzato, specie al collo ed alle spalle , ma si diffonde poi a tutto il corpo. Il dolore fibromialgico viene descritto come una sensazione di bruciore o di rigidità o ancora come una contrattura muscolare. Varia durante la giornata , a seconda dell’attività svolta, delle condizioni atmosferiche, dello stress e dei  ritmi del sonno. Il dolore può provocare rigidità che limita i movimenti. Nel 90% dei casi è presente astenia e ridotta resistenza agli sforzi. Sono inoltre presenti disturbi del sonno legati alla tensione muscolare che non permette un riposo adeguato. I pazienti lamentano un sonno leggero, interrotto da vari risvegli. Si hanno in comorbidità con la fibromialgia disturbi dell’umore e disturbi d’ansia. Altri sintomi di tipo muscolo-tensivo sono la cefalea, le parestesie ed i dolori toracici. Inoltre i fibromialgici possono lamentare dolori addominali, sintomi urinari e gonfiore delle mani.

Cause

La causa della fibromialgia è ancora sconosciuta, si pensa sia una malattie di tipo multifattoriale. Sono stati condotti vari studi che hanno dimostrato la presenza di varie alterazioni in questa patologia. Sono state accertate alterazioni del rilascio dei neurotrasmettitori, in particolare serotonina e noradrenalina, ipersensibilizzazione del Sistema Nervoso Centrale, alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi ed alterazioni nel rilascio di citochine pro-infiammatorie. Inoltre c’e l’ipotesi  che i mitocondri non correttamente funzionanti contribuiscano allo sviluppo della fibromialgia. Nel 2015, un gruppo di ricercatori spagnoli è riuscito per la prima volta ad evidenziare una disfunzione mitocondriale in campioni cutanei, prelevati tramite biopsia, di malati fibromialgici. Secondo questo gruppo di ricerca, la disfunzione mitocondriale, lo stress ossidativo e le infiammazioni sono tre fattori associati allo sviluppo della fibromialgia. Tuttavia attualmente ricercatori e clinici ritengono   che, nessuna delle alterazioni  fino ad ora evidenziate, possa da sola determinare una sofferenza della muscolatura periferica. Ad oggi l’ipotesi più accreditata sull’origine della fibromialgia è che  vi sia una predisposizione genetica che determina anomalie nei recettori della serotonina e della dopamina. Questi neurotrasmettitori sono coinvolti nei processi di elaborazione della sensazione dolorosa. i pazienti fibromialgici potrebbero presentare una amplificazione della percezione del dolore a livello del Sistema Nervoso Centrale.

Diagnosi

In questa sindrome non ci sono alterazioni degli esami di laboratorio. La diagnosi si fonda principalmente sui sintomi che riferisce il paziente. Negli ultimi 10 anni sono state stabilite delle linee guida , si è evidenziato come esistano, nei pazienti fibromialgici, specifiche aree dolenti alla digitopresssione, che non sono comunemente presenti nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche.
La tensione muscolare si riflette a livello dei tendini  che diventano dolenti nei punti di inserzione detti tender points. La diagnosi di fibromialgia è basata sulla presenza di un dolore diffuso associato alla presenza di 18 TENDER POINTS evocabili alla digitopressione.

 

                                                                  (Osteopathic journal of medicine)

Terapia

Secondo le raccomandazioni della Lega Europea contro le Malattie Reumatiche (EULAR) tra le misure non farmacologiche per il trattamento della Fibromialgia sono consigliati, in ordine decrescente i seguenti interventi:

Attualmente non c’è un farmaco specifico per il trattamento della sindrome fibromialgica. Vengono utilizzati generalmente  antinfiammatori, ansiolitici ed antidepressivi. Questi ultimi si dimostrano efficaci nella metà dei pazienti, migliorano il sonno e promuovono il rilassamento muscolare. Secondo l’EULAR, nessun farmaco presenta un’indicazione assoluta ma vengono ritenute “parzialmente consigliate” le seguenti molecole:

Conclusioni

Poiché nella fibromialgia gli esami, ematici e radiologici, non sono alterati e visto che, attualmente, non è precisamente nota la causa di questa patologia, alcuni considerano questa come una malattia immaginaria. Ciò porta chi ne soffre ad assumere un atteggiamento rinunciatario e rassegnato. Spesso si consultano più medici senza trarne beneficio, così la frustrazione e l’avvilimento aumentano, creando terreno fertile per la comparsa di una sindrome depressiva.

Bibliografia

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