L’ IPNOSI E LE SUE APPLICAZIONI IN MEDICINA

ebook: Ipnosi a cura del dott.  Vitale I.

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Il termine «ipnosi», coniato da Braid nel 1843 è nato dall’equivoco che lo stato ipnotico sia una specie di sonno artificiale, dal greco ipnò cioè sonno. Tutti abbiamo avuto esperienza degli stati ipnotici, mentre eseguiamo gli atti della vita quotidiana, più volte passiamo da uno stato normale di coscienza a quello ipnotico. E’ il caso di quando siamo “imbambolati” davanti a qualcosa, o quando, ad esempio, percorriamo un tratto di strada alla guida di un auto, senza rendercene conto.

Che cos’è l’ipnosi?

L’ipnosi  è una condizione psicofisica che implica un particolare stato di coscienza, questo  può essere indotto da un terapeuta e in questo caso, durante l’ipnosi,  si realizza un legame speciale con l’ipnotista, mettendolo in grado di influire sulle condizioni psichiche, somatiche, viscerali e comportamentali del soggetto. Per indurre uno stato ipnotico esistono vari metodi, ogni operatore tende ad utilizzare quello che più si addice alle proprie attitudini e alla propria personalità. Secondo Granone, neurologo ed ipnotista,  tutte le tecniche induttive hanno un comune denominatore,  quello di esaltare la suggestionabilità individuale. Durante l’ipnosi si verificano alcuni importanti fenomeni: il rallentamento dei muscoli motori, la diminuzione del potere razionale e critico, l’aumento della capacità immaginativa  ed in particolari condizioni, quelle della trance ipnotica,  l’amnesia,  l’ipermnesia, i fenomeni regressivi e dissociativi . Quello che accade durante lo stato ipnotico corrisponde all’esaltazione  delle funzioni dell’emisfero cerebrale destro che è immaginativo, creativo, artistico, e ad una ridotta attività del sinistro che è l’ emisfero della logica, della critica e del linguaggio articolato. Evidenze elettroencefaliche mostrano come la condizione ipnotica produce una riduzione dell’attività funzionale emisferica sinistra ed una implementazione di quella emisferica destra.

 

                                                                                        (La Stampa,Gli emisferi cerebrali e i percorsi della mente arcaica)

L’ipnosi non è solo suggestione, i diversi metodi hanno  in comune il fatto di provocare tutti il fenomeno del monodeismo suggestivo, questo consiste nel fatto che l’attenzione del soggetto si concentra su una sola rappresentazione mentale,  che si impone nella  sua coscienza. Per la scuola di Erickson tutti sono ipnotizzabili, ognuno è capace di impegnarsi nel processo conosciuto come “ricerca inconscia” per ritrovare quelle risorse inconsce che gli permetteranno di raggiungere la soluzione dei propri problemi. È  falso e scientificamente non provato che, attraverso l’ipnosi, si possa plagiare qualcuno o indurlo a commettere atti contrari alla sua morale o alla sua volontà: se l’ipnologo ci provasse, il soggetto molto semplicemente non eseguirebbe l’ordine impartito rifiutando, in tal modo di proseguire nel rapporto ipnotico (Erickson, 1939). Nello stato di ipnosi, infatti, non viene assolutamente annullata la volontà del soggetto.

Gli studi neurofisiologici

Oggi l’ipnosi trova ampio spazio sia nelle ricerca scientifica che nelle applicazioni cliniche. L’utilizzo dell’imaging di Risonanza Magnetica Funzionale in recenti stud (McGeown W.J. et al., 2009), mostra alcune differenze tra soggetti ad alta e  a bassa ipnotizzabilità nell’attività di quelle aree corticali che costituiscono il Default Mode Network. Si tratta di un complesso circuito neuronale, con multiple interazioni in sotto sistemi, che include il lobo temporale mediale, la corteccia prefrontale mediale, la corteccia cingolata anteriore e posteriore. Le persone con bassa suscettibilità all’ipnosi differiscono da quelle ad alta suscettibilità nel modello di cambiamento dell’attività del cervello in condizioni di riposo durante lo stato ipnotico, infatti, anziché mostrare la deattivazione nelle regioni del default mode network, che si evidenzia in chi presenta un’alta ipnotizzabilità dopo l’induzione ipnotica, chi ha bassa ipnotizzabilità mostra una diminuita attività talamica. Altri studi mostrano che modificazioni nell’attività talamica sono associate con cambiamenti nello stato di vigilanza (Sturm e Willmes, 2001) e l’attivazione di questa regione è ridotta durante l’anestesia generale (White e Alkire, 2003).

L’Ipnosi ha trovato nei risultati delle ricerche neuroscientifiche, basi oggettive di efficacia e applicabilità. Tra le diverse scoperte, utilizzando la PET (Positron Emision Tomography) si è messo in luce come le realtà prodotte in ipnosi sono solo in parte virtuali. Paradigmatico è uno studio che ha dimostrato che nei soggetti in cui, durante lo stato ipnotico,  si chiedeva di pensare di correre su un prato, si attivano i medesimi percorsi neuronali di una vera “corsa”.

Secondo lo schema classico di Erickson e Rossi il procedimento ipnotico passerebbe attraverso queste fasi:

  • fissazione dell’attenzione tramite qualsiasi cosa che attragga e mantenga l’attenzione del sogetto,
  • depotenziamento degli abituali schemi di riferimento e sistemi di credenze tramite distrazione, shock, sorpresa, dubbio, paradossi, confusione, destrutturazione
  • ricerca inconscia tramite implicazioni, domande, linguaggio analogico, metafore, racconti, aneddoti, processo inconscio tramite la creazione di nuove associazioni
  • risposta ipnotica tramite l’espressione di potenzialità comportamentali e cognitive che vengono sperimentate come se avvenissero da sé.Uno studio di John Gruzelier condotto presso l’Imperial College di Londra, dimostra l’influenza dell’ipnosi sui centri superiori che controllano funzioni esecutive di alto livello: egli ha usato la risonanza magnetica per immagini per scrutare il cervello sotto effetto di ipnosi: dato un esercizio, senza l’ipnosi tutti i volontari risolvevano l’esercizio e il loro cervello non dimostrava discrepanze di attività durante lo svolgimento della prova.

Erickson, Rossi e Rossi (1976) affermano che “l’aspetto più efficace di ogni suggestione è ciò che mette in azione automatica le associazioni e i processi mentali dell’ascoltatore. E’ questa attività autonoma delle associazioni e dei processi mentali dell’ascoltatore a creare l’esperienza ipnotica”. Lo stato ipnotico permetterebbe di interagire con l’elaborazione del significato al di sotto della soglia della coscienza bypassando la naturale criticità della mente caratteristica dello stato di veglia: dunque l’ipnosi non equivale ad un’accettazione acritica dell’informazione. Distraendo la mente conscia e il suo sistema di credenze limitanti, il normale quadro di riferimento di una persona viene temporaneamente sospeso. Questa alterazione crea l’opportunità perchè la persona possa recuperare e sperimentare le abilità naturali che generalmente sono dimenticate, date per scontate o ripudiate a causa delle pressioni e delle aspettative sociali. Durante l’ipnosi  le persone più suscettibili mostrano un’intensa attività del giro cingolato anteriore e del lato sinistro della corteccia prefrontale, regioni rispettivamente implicate nella risposta agli errori e a stimoli emotivi e nell’elaborazione di funzioni cognitive complesse. Secondo Gruzelier è  evidente che sotto ipnosi il cervello ha bisogno di sforzarsi di più per risolvere lo stesso compito, indicando appunto che qualcosa di diverso avviene al suo interno. Con l’ipnosi si cerca di attivare determinate funzioni cerebrali inducendo un particolare stato di coscienza: memorie, apprendimenti, comportamenti legati a quello stato di coscienza vengono create da un sistema parasinaptico dove governano le IS (Informational Substances che diffondono e raggiungono le cellule bersaglio anche a grande distanza), sistema altamente specifico e selettivo, network informativo integrato dove una sola molecola può avere molti effetti ben coordinati tra loro. Il Sistema Nervoso Centrale vive di trasmissioni neurali (effetti rapidi) e di modulazioni cellulari parasinaptiche (effetti lenti): se si tolgono le IS dal fluido extracellulare scompaiono anche le memorie, apprendimenti, comportamenti locali.

Ipnosi medica le indicazioni e la tecnica

L’ipnosi può essere utilizzata in medicina, in odontoiatria, ed in psicologia per:

  • la terapia del dolore
  • indurre l’anestesia locale
  •  la catalessia (ad esempio far mantenere la bocca aperta al paziente per lungo tempo)
  • come ausilio nelle procedure interventistiche (gestione dell’ansia e del dolore)
  • per il parto indolore
  • nelle procedure diagnostiche lunghe e in ambiente chiuso (ad esempio RMN)
  • in psicoterapia

Può essere praticata anche dal medico o da un altro sanitario,  che si sia  addestrato all’utilizzo delle tecniche di induzione ipnotica.
Prima di eseguirla sul paziente , occorre indagare che il soggetto sia:

  1. visivo  cioè capace di pensare ed esprimersi per immagini
  2. uditivo  cioè capace di pensare  ed  esprimersi per concetti e suoni
  3. cenestesico  cioè capace di pensa ed  esprimersi per sensazioni ed emozioni.

Una volta compreso ciò, si possono utilizzare varie le tecniche di induzione ipnotica:

  1. tecniche di induzione lente
  2. tecniche rapide
  3. tecniche ultrarapide

Nel primo caso, si tratta di tecniche molto efficaci, che utilizzano il rilassamento frazionato, e che richiedono talora tempi incompatibili con la normale pratica clinica del medico (5 – 50 minuti), per questo vengono prevalentemente praticate in psicoterapia.

Per ciò che concerne invece le tecniche rapide, esse sono adatte a tutti i setting: medico, odontoiatrico psicoterapico. Generalmente viene utilizzato il metodo R.A.P. acronimo di Ratifica Appena Possibile. L’essenza del metodo consiste nel creare molto rapidamente una fenomenologia ipnotica per renderla evidente al soggetto acquisendo così la fiducia necessaria per poter utilizzare suggestioni efficaci. In particolare, viene creata una condizione ratificabile, atta ad incrementare la fiducia del paziente nei confronti del medico, abbattendo la possibilità di critica che, a sua volta incrementa l’attività immaginativa. L’attenzione del paziente si focalizza su una sola idea, ricca di contenuto emozionale, idea dotata di una forza ideoplastica, cioè di una componente creativa nei confronti dell’organismo che è in grado di suscitare modificazioni psichiche, somato-viscerali e comportamentali.
A seguito di ciò si ottiene una condizione di corpo e di coscienza modificata. Lo stato di corpo modificato è caratterizzato da:

  • fascicolazioni agli arti o a livello palpebrale
  • riduzione della mimica facciale
  • assunzione delle posizione fisiologica di riposo della mandibola
  • senso soggettivo di pesantezza e di abbandono del corpoFra le tecniche più utilizzate atte ad ottenere tale condizione di coscienza modificata, si annoverano:

Per l’induzione rapida dell’ipnosi possono essere utilizzate varie tecniche:

tecniche di focalizzazione dell’attenzione all’esterno:

  • fissa un punto
  • segui il dito

tecniche di focalizzazione dell’attenzione sul corpo:

  • apri chiudi gli occhi
  • senti il braccio
  • percepisci il corpo

Una volta ottenuto un fenomeno e, dopo averlo ratificato, si fa immaginare al paziente di essere in un luogo sicuro. In tale luogo, dopo averne rafforzato la percezione utilizzando il canale esperienziale del paziente (uditivo, visivo o cenestesico), si passa all’ancoraggio. Si tratta di un comando post ipnotico atto a fa rientrare in autoipnosi il paziente stesso. Nel frattempo, dopo aver avvisato il paziente che si sta entrando in contatto fisico con lui “… ora le toccherò la mano destra…”, gli si fa eseguire un gesto (ad esempio il pollice nel pugno), dicendogli che, tutte le volte che vorrà, con quel gesto, potrà, se vorrà e solo se lo vorrà, rientrare in autoipnosi, con l’ausilio della chiusura degli occhi.

L’ipnosi medica è uno strumento estremamente duttile che offre diversi vantaggi: riduce i tempi della psicoterapia e riduce la quantità di farmaci necessari per il controllo del dolore  o dell’ansia in medicina. Un limite è rappresentato dallo scarso numero di operatori sanitari addestrati all’utilizzo delle tecniche ipnotiche.

 

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