OMEOPATIA: COSA C’E’ DA SAPERE

Ebook gratuito: GUIDA ALL’OMEOPATIA a cura di: Simonetta Bernardini Francesco Macrì Luisella Zanino https://www.medicinaxtutti.it/2020/05/03/2289/ post n 48

 

 

Il termine omeopatia deriva dal dal greco “hòmoios”, simile, e “pàthos”, sofferenza.  L’omeopatia è un metodo di diagnosi e cura che utilizza medicinali a dosi estremamente diluite  basandosi sull’applicazione del principio di similitudine. Nacque alla fine del 1700 quando  Samuel Hahnemann medico, fisico, chimico, e linguista cominciò a sviluppare una medicina meno aggressiva rispetto a quella praticata in quegli anni. Il principio di similitudine era conosciuto fin dai tempi di Ippocrate, il quale enunciava il “similia similibus curentur”,  Hahnemann aggiunse al concetto di similitudine il concetto che  l’efficacia del medicinale omeopatico aumenta attraverso la dinamizzazione della soluzione, ottenuta applicando ad ogni diluizione  del medicinale un numero prestabilito di agitazioni longitudinali.

Il farmaco omeopatico

La sostanza, detta anche principio omeopatico, una volta individuata, viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita in acqua. In questo modo gli  omeopati stabiliscono la POTENZA del farmaco. Diluizioni maggiori della stessa sostanza provocherebbero un potenziamento dell’effetto della sostanza. Hahnemann elaborò un metodo di preparazione dei rimedi omeopatici basato sulla diluizione, in cui il materiale di partenza in tintura madre, ottenuta macerando in alcool sostanze di origine vegetale, animale e minerale, veniva diluito in flaconi separati, con operazioni successive. Le diluizioni hahnemanniane di più frequente utilizzo sono:

• in rapporto di 1:10 è la diluizione decimale, indicata dalla sigla DH;
• in rapporto di 1:100 è la diluizione centesimale o CH;
• la 50 millesimale, indicata dalla lettera LM o 50 M, in cui la prima diluizione è di 1:50.000, elaborata da Hahnemann nell’ultima edizione dell’Organon.

                                        (Focus La storia e la scienza dell’omeopatia)

Per ogni diluizione Hahnemann eseguiva almeno 100 scuotimenti   perché riteneva che così la sostanza potesse liberare al meglio la sua essenza. Secondo la teoria omeopatica tale scuotimento, che prende il nome di succussione, provoca la dinamizzazione dell’acqua,  cioè l’organizzazione molecolare dell’acqua.  Al di là della 12 CH, per la fisica classica,  non si possono più evidenziare molecole della sostanza di base nella diluizione. Questo è uno degli argomenti principali riportato da chi è contrario  all’omeopatia e ritiene che l’effetto, del rimedio omeopatico, non sia farmacologico ma placebo. Tuttavia occorre tenere presente che  l’omeopatia funziona anche nel caso degli animali.  Per comprendere la validità di questo tipo di cura è bene riferirsi ai numerosi studi di carattere scientifico fino ad oggi pubblicati.

Il primo articolo di taglio scientifico sui meccanismi di funzionamento dell’omeopatia è stato quello pubblicato su Nature , che riguardava la memoria dell’acqua. Oggi è stato confermato, da studi scientifici di Basic Research, che  diluizioni e  scussioni sono responsabili di  cambiamenti biofisici delle soluzioni.

I risultati della ricerca scientifica in omeopatia appaiono contraddittori nelle loro conclusioni. Attualmente nella banca dati  PubMed della National Library of Medicine sono presenti circa 1900  lavori riferiti a trial clinici o a ricerche sperimentali, sulla scientificità o sulla applicabilità della terapia omeopatica.  Occorre tener presente che  la maggior parte degli studi clinici  ha  utilizzato metodologie di studio elaborate e validate nell’ambito della medicina convenzionale , ma che non possono essere applicate tout-court in una medicina diversa dalla medicina convenzionale , come l’omeopatia . L’utilizzo  invece di metodiche specifiche per la medicina omeopatica ha permesso di ottenere risultati che sono :

  • di segno opposto rispetto ai risultati negativi ottenuti con trials impostati secondo metodiche convenzionali
  •  in accordo con l’esperienza clinica dei pazienti e dei medici omeopatici.

la Società Italiana di Medicina Omeopatica ha elaborato le  linee-guida da seguire perchè uno studio clinico possa misurare l’effectiveness dell’omeopatia. Queste indicazioni  riguardano :

  •  le patologie croniche, in quanto sono le patologie su cui i medici omeopati , sia in Italia che all’estero , hanno storicamente accumulato una maggiore esperienza clinica. In questa versione, daremo comunque anche indicazioni sulle patologie acute
  •  le malattie umane, in quanto la maggior parte delle terapie omeopatiche oggi eseguite riguarda l’uomo. La Società Italiana di Medicina Omeopatica stimolerà la formulazione di analoghe linee-guida anche in campo veterinario, ad opera di gruppi di lavoro di medici veterinari
  •  l’omeopatia unicista, in quanto è questo il tipo di omeopatia più coerente a livello sia clinico che scientifico .

Per i concetti generali sull’omeopatia a cui si fa riferimento in queste linee-guida, si rimanda  al documento dell’ ECH ((Europaean Committee for Homeopathy) : “Omeopatia in Europa “

Tra i lavori pubblicati sull’omeopatia  i più significativi sono 3 meta-analisi (Kleijnen, Knipschild e Riet 1991- British Medical Journal,  J.P.Boissel 1996- studio del Parlamento Europeo , K. Linde 1997-  The Lancet) .

A partire dal 1° gennaio 2016, solo i medicinali omeopatici in possesso di un’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC)  possono essere commercializzati nel nostro Paese. La valutazione della efficacia e della sicurezza di tali medicinali è  materia di grande attualità e , se da un lato non può non tenere conto della diffusione e del consolidato utilizzo del medicinale omeopatico, dall’altro non può prescindere dall’analisi delle evidenze della letteratura fino a oggi pubblicate, alla luce di criteri di valutazione obiettivi e condivisi.

Come funziona l’omeopatia e per che cosa è indicata

La cura omeopatica  è un atto medico ed i medici che la praticano debbono essersi formati e debbono essere iscritti all’elenco dei medici Omeopati dell’ordine dei Medici di appartenenza ( Accordo Stato-Regioni del 7/02/2013 in tema di formazione dei Medici Chirurghi e Odontoiatri che esercitano l’agopuntura, la fitoterapia, l’omeopatia ) . In omeopatia il principio di riferimento è che ogni essere vivente ha un’energia definita “forza vitale” e una “risposta di autoguarigione”. Il trattamento omeopatico deve essere scelto a partire da una visione globale dell’individuo ammalato, e non soltanto dai sintomi della sua malattia. Lo stato di salute corrisponde ad uno stato di equilibrio: la malattia  compare a seguito dell’alterazione di tale equilibrio. La terapia omeopatica stimola i processi e i meccanismi di difesa dell’organismo per prevenire o curare le malattie.

Il medico omeopata parte dalla diagnosi clinica per poi passare ad una diagnosi omeopatica ed alla scelta del percorso terapeutico che mira a stimolare  le potenziali risorse terapeutiche endogene del paziente. La diagnosi omeopatica è essenzialmente una particolare lettura ed interpretazione dei meccanismi alla base della sofferenza , basata sull’osservazione, la raccolta e l’ elaborazione dei sintomi  riferiti dal paziente. Questi vengono ottenuti durante il colloquio omeopatico e confrontati con quelli emersi dalla sperimentazione dei rimedi omeopatici sull’uomo sano. Nella medicina convenzionale c’è un rapporto diretto tra malattia e terapia, cioè per ogni malattia si propone una determinata terapia, esistono  degli standard di prescrizione che ha portato, negli ultimi anni, ad impostare delle linee guida. In omeopatia la prescrizione è invece individuale, Il legame diretto non è tra  malattia e farmaco corrispondente, ma tra sintomatologia del paziente e terapia adatta  a lui. In pratica questo significa che un mal di testa , ad esempio, può richiedere medicinali omeopatici che devono essere differenziati a seconda di come si manifestanel singolo caso,   in ciò consiste il principio di individualizzazione.

È vasto l’elenco di patologie trattabili mediante omeopatia.  l’omeopatia è efficace in casi di malattie organiche, funzionali, acute o croniche. Tra i disturbi più comuni trattati omeopaticamente, secondo un documento della LUIMO ci sono nell’ordine: disturbi psichici, malattie dell’apparato respiratorio, della cute, dell’apparato digerente e genitourinario, malattie endocrine e nutrizionali, malattie del sistema osteomuscolare, del sistema nervoso, circolatorie. La prevenzione occupa l’ottavo posto.

La principale controindicazione nell’uso dell’omeopatia è utilizzare questo tipo di cura  in una patologia grave in cui un trattamento medico si è dimostrato efficace. Immobilizzare una frattura rimane il trattamento più efficace, anche se SYMPHYTUM OFFICINALE accelera  il consolidamento dell’osso. Così come un’angina da streptococco si cura con la penicillina, anche se i segni clinici del paziente corrispondono a MERCURIUS SOLUBILIS , solo per fare alcuni esempi.   Il medico omeopata, che è prima di tutto un medico,  deve conoscere le indicazioni e i limiti di ogni trattamento.  Un altro limite dell’ omeopatia è rappresentato dalle   lesioni organiche irreversibili sulle quali questo tipo di trattamento non è efficace. L’omeopatia non è un trattamento oncologico ed è  lunga la lista delle patologie  per le quali sono indispensabili farmaci salvavita che non possono essere sostituiti con i rimedi omeopatici.

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