IL TREANING AUTOGENO: TUTTI BENEFICI DEL RILASSAMENTO

 

 

Esistono vari tipi di ansia, conoscerli permette di individuare quale sia il trattamento più adeguato. L’ansia di stato può essere definita come un’interruzione temporanea del continuum emozionale che si esprime attraverso una sensazione soggettiva di tensione, apprensione, nervosismo, inquietudine, ed è associata ad attivazione del sistema nervoso autonomo. L’ansia di tratto è invece una caratteristica della personalità del soggetto che presenta una maggiore reattività agli stimoli stressanti ed ha una predisposizione a sviluppare una nevrosi d’ansia.http://www.psychiatryonline.it/node/3606

Gli stati d’ansia legati ad un ansia di stato di lieve e moderata entità possono essere trattati senza ricorre all’uso di farmacia ma utilizzando tecniche di rilassamento. Queste si possono utilizzare in associazione al trattamento farmacologico e psicoterapico in caso di ansia severa o di disturbi d’ansia legati ad un’ansia di tratto.

Tra i training di rilassamento, il training autogeno (TA) è una tecnica largamente collaudata e diffusa. La principale applicazione è in campo clinico. Nasce per essere utilizzato nel trattamento dei disturbi funzionali e delle somatizzazioni di tipo neurovegetativo, dei disturbi d’ansia, dei disturbi del sonno, dei tic e della balbuzie. Successivamente  trova applicazione anche nell’ambito della psicologia del lavoro e dello sport per il controllo dello stress.https://www.medicinaxtutti.it/2020/03/30/stress-e-lavoro-tutto-quello-che-ce-da-sapere/

Il TA è messo a punto, agli inizi del ‘900,   dallo psichiatra tedesco Johannes H. Schultz che, partendo dalle ricerche sul sonno di Oskar Vogt, creò una tecnica che, a differenza delle tecniche ipnotiche, attribuiva al paziente un ruolo attivo ed indipendente dal terapista per raggiungere lo stato di rilassamento.

Questo tipo di training consiste in una serie di esercizi di concentrazione che si focalizzano su diverse zone corporee, allo scopo di ottenere un generale stato di rilassamento sia a livello fisico che psichico. La caratteristica fondamentale  è la possibilità di ottenere, attraverso esercizi che si possono definire “mentali”, delle modificazioni corporee, che a loro volta sono in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo. Gli esercizi di concentrazione di Schultz  sono  studiati e concatenati, allo scopo di portare, progressivamente, al realizzarsi di modificazioni organiche vere e proprie, che sono esattamente opposte a quelle prodotte dallo stress. Per raggiungere questo stato generale di calma psicofisica è necessario “fare esercizio”. Secondo Schultz, infatti, solo attraverso l’allenamento e la ripetizione costante degli esercizi di concentrazione è possibile ottenere sempre più consolidate risposte di distensione . Un’altra caratteristica fondamentale del metodo di Schultz è che la regolare pratica degli esercizi, con il tempo, porta alla produzione  spontanea di modificazioni fisiologiche tipiche dello stato di rilassamento. In sostanza il regolare e costante allenamento fa sì che la distensione e il benessere psicofisico non debbano più essere cercati attivamente, ma si producano in modo automatico e spontaneo, come dei veri e propri riflessi. E’ per questa ragione che la tecnica viene chiamata Training Autogeno: autogeno significa infatti che si genera da se’ senza concorso della volontà.

L’allenamento autogeno è in grado di influenzare vari sistemi fisiologici quali:

  •  la muscolatura
  •  il sistema cardiovascolare e neurovegetativo
  •  l’apparato respiratorio

Questi vari sistemi si influenzano poi reciprocamente esaltando ancor di più lo stato di distensione, ma interagiscono anche con il Sistema Nervoso Centrale ed in particolare con la Formazione Reticolare, che è in grado di controllare, a sua volta, molteplici funzioni dell’organismo (psichiche, ormonali, vegetative, ecc.).

Il TA non solo regola l’attività di singoli apparati, ma riesce anche, grazie a questo gioco di influenze reciproche, ad indurre uno stato di distensione che coinvolge l’intero organismo. L’azione non è semplicemente quella di rallentare la reattività dell’individuo, ma quella di regolarizzarla favorendo pertanto il recupero di energie e risorse psicofisiche. Essendo, questa tecnica, particolarmente concentrata sul corpo, aiuta l’individuo ad aumentare l’ascolto ed il controllo delle proprie funzioni organiche, favorendo, di conseguenza, anche una maggiore introspezione e coscienza di se’. Un’ultima, certamente non secondaria funzione, del TA riguarda la percezione del dolore. La sensazione dolorifica è caratterizzata dall’alterazione di alcuni parametri: il battito cardiaco e la frequenza respiratoria aumentano e si produce tensione muscolare. Paura e ansia sono in grado di intensificare la percezione dolorifica. Il TA è una tecnica che può aiutare nella gestione dell’ansia in caso di dolore sia cronico che acuto.

(Il traning autogeno, dott.ssa Werner D. )

Esercizi standard secondo Schultz

Le condizioni preliminari per cominciare l’allenamento sono:

  • individuare un momento e un luogo opportuni, nei quali ci si possa dedicare a se stessi, senza sollecitazioni disturbanti da parte del mondo esterno, per esempio evitando luoghi rumorosi o troppo illuminati;
  • indossare abbigliamento comodo, non costringente;
  • mettersi in una posizione comoda, generalmente supina.

Come accennato sopra, il TA si realizza attraverso una serie di esercizi di concentrazione, durante i quali l’individuo impara a ripetersi mentalmente determinate formule, mirate alla distensione di specifiche zone corporee.

Il primo passo per raggiungere, in modo semplice, il completo rilassamento dell’organismo è cominciare con il distendere la muscolatura scheletrica.

Poiché quando un muscolo è completamente disteso lo si percepisce pesante, Schultz stabilisce come primo esercizio del TA quello della Pesantezza. 

Il soggetto deve cioè’ immaginare che il proprio corpo diventi pesante:

  • si comincia con la formula “il mio braccio destro è pesante(per i soggetti mancini sarà naturalmente il sinistro)
  • si continua espandendo la sensazione  al braccio sinistro con la formula ” Le mie braccia sono pesanti”
  • si procede gradualmente, generalizzando così la sensazione di pesantezza a tutto il corpo


Il secondo esercizio mira invece al rilassamento del sistema vascolare 

Tale condizione si realizza attraverso l’induzione del calore, che come per la pesantezza, dal braccio viene generalizzato a tutto il corpo.

  • immaginando che il proprio corpo diventi caldo, è possibile infatti ottenere una reale vasodilatazione periferica, corrispondente alla distensione della muscolatura che ricopre i vasi sanguigni.

Lo stato di calma, già parzialmente ottenuto con i precedenti esercizi, viene reso più profondo con il terzo esercizio, quello del Cuore:

  • In questa fase del training il soggetto deve ripetersi mentalmente la formula “il mio cuore batte calmo e regolare”.


Questo esercizio, regolarizzando l’attività cardiaca, permette il consolidarsi dello stato di rilassamento; inoltre essendo la funzionalità cardiaca molto influenzata da fattori psichici ed emotivi, l’esercizio favorisce una più profonda tranquillizzazione emotiva dell’individuo.

Anche il quarto è un esercizio di ritmo, che si concentra questa volta sul Respiro.

  • Con la formula “il mio respiro è calmo e regolare” la respirazione diviene sempre più profonda e spontanea, avvicinandosi a quella che si ha durante il sonno.

Arrivate a questa fase, le persone dicono di raggiungere uno stato di calma sempre maggiore ed una minore interferenza da parte di pensieri disturbanti.

Con il quinto esercizio, ci si concentra, invece, sul Plesso solare, una struttura nervosa situata al di sotto del diaframma, tra lo stomaco e la colonna vertebrale, che si collega a numerosi organi interni: stomaco, intestino, fegato, pancreas, milza, reni e ghiandole surrenali.

Con la formula “il mio plesso solare è piacevolmente caldo”,
una sensazione di piacevole calore e distensione, nascendo dalla zona del plesso solare, si estende a tutto l’addome e agli organi addominali sopra citati.

Il ciclo di esercizi si conclude con quello della fronte; mentre per il corpo la distensione e il rilassamento vengono favoriti dalla vasodilatazione (esercizi della pesantezza e del calore), per quanto riguarda la testa, è la vasocostrizione a portare una piacevole sensazione calmante. Per questa ragione,

 l’ultimo esercizio prevede la ripetizione della formula “la mia fronte è piacevolmente fresca”, che induce nell’individuo una sensazione di benessere e rilassamento anche nella zona del capo.

Alla fine del sesto esercizio il soggetto ha acquistato una distensione corporea generale, che si manifesta, anche a livello mentale, con una profonda sensazione di calma; il rilassamento è ormai completo e profondo.

Molto spesso, quando il soggetto è  già ben allenato e riesce a raggiungere lo stato di distensione psicofisica in modo sempre più automatico e spontaneo, si aggiungono ai sei esercizi standard delle ulteriori formulazioni, specifiche per quel particolare individuo.

  • Queste formule aggiuntive, che vengono chiamate proponimenti, sono d’aiuto per quei soggetti che intendono modificare una certa condotta o le proprie reazioni in situazioni problematiche.

Per esempio, una persona che intende smettere di fumare,

– potrà ripetersi la formula “il fumo mi è assolutamente indifferente”;

chiaramente il proponimento da solo non può risolvere il problema, ma può di certo rinforzare la volontà e la motivazione dell’individuo

Bibliografia

Schultz Jurgen H., Il training autogeno. Esercizi inferiori, Metodo di autodistensione da concentrazione psichica (2010) Feltrinelli

 

  • Deganello A. (2005 – 2006), “Corporeità e psicoterapia autogena”, Psiche Nuova, CISSPAT, Padova: 141 – 144.
  • Galimberti U. (1987), Il corpo, Edizioni Feltrinelli, Milano, 1987.
  • Peresson L. (1985), Psicoterapia autogena, Edizioni Faenza, Faenza.
  • Peresson L. (1984), Trattato di psicoterapia autogena, Piovan Editore, Abano Terme.
  • Schultz J. H. (1986), Il training autogeno, Volume I, Esercizi Inferiori, Edizioni Feltrinelli, Milano.
  • Schultz Jurgen H., Il training autogeno. Esercizi inferiori, Metodo di autodistensione da concentrazione psichica (2010) Feltrinelli
  • Wallnöfer H. (1993), Anima senza ansia, Edizioni Universitarie Romane.
    Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2015/04/training-autogeno-psicoterapia/

 

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