INSUFFICIENZA VENOSA E QUALITA’ DI VITA

INSUFFICIENZA VENOSA DEGLI ARTI INFERIORI E QUALITA’ DI VITA

Ebook: Insufficienza venosa acuta e cronica a cura di B. Agus https://www.medicinaxtutti.it/2020/05/03/2289/ post 196

L’insufficienza venosa (IV)  è un quadro clinico caratterizzato da sintomi e segni legati ad alterazioni strutturali o funzionali delle vene.

L’insufficienza venosa degli arti inferiori è una condizione causata da un alterato ritorno del sangue al cuore. La pressione del sangue all’interno delle vene è bassa, ecco perché queste sono dotate di una parete piuttosto sottile, diversa da quella delle arterie che è invece più robusta ed elastica. Inoltre, la parete interna delle vene è provvista di valvole. Tali valvole si aprono quando il sangue si dirige verso il cuore (le contrazioni muscolari favoriscono la spinta del sangue in direzione del cuore), e si chiudono non appena la forza di gravità genera un reflusso venoso temporaneo impedendo al sangue di tornare indietro. La IV si può instaurare, in alcuni casi,  per una  incontinenza valvolare del sistema  venoso. Si tratta di una particolare entità anatomica dovuta ad anomalie congenite della parete venosa, secondo alcuni autori rappresenta meno del 10% di tutte le IV,  altri autori riferiscono una prevalenza maggiore (35% di tutte le IV). Questa condizione relativamente poco nota in passato, viene oggi ricercata sistematicamente anche per la possibilità di correzione terapeutica mediante valvuloplastica o innesto di vena sana valvolata, e la prevalenza attuale è stimata intorno al 15% di tutte le IV. Riconoscere la causa dell’ insufficienza venosa  è importante sotto il profilo terapeutico perché il management è profondamente differente nella IV primitiva o nella secondaria.

(G.M. Andreozzi INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA: DALLA MACRO ALLA MICROCIRCOLAZIONE)

 Fattori di rischio

Si riconoscono diversi fattori di rischio che concorrono allo sviluppo dell’insufficienza venosa. Oltre a una predisposizione genetica , l’insufficienza venosa è legata a tutte quelle condizioni che determinano un sovraccarico venoso degli arti inferiori, come l’obesità, e, nelle donne, la gravidanza. Occupazioni che richiedono una postura eretta o seduta per lunghi periodi di tempo (ad esempio lunghi percorsi in automobile o in aereo) facilitano spesso l’insorgenza di una marcata stasi venosa, facendo aumentare notevolmente la pressione venosa negli arti inferiori, fino a dieci volte il valore normale. Tra i  fattori ambientali e le abitudini di vita modificabili ci sono: il fumo, la dieta povera di fibre e l’uso di contraccettivi.

Epidemiologia

I dati epidemiologici fino ad oggi pubblicati riguardano soprattutto la prevalenza di vene varicose ed ulcere. La prevalenza di vene varicose nella popolazione  adulta dei paesi occidentali è del 25-33% nelle donne e del 10-20% negli uomini, ed aumenta con l’età. Vene varicose ed insufficienza venosa prediligono il sesso femminile con un rapporto tradizionale stimato di 3:1 ed una incidenza per anno del 2,6% nelle donne e del 1,9% nei maschi adulti entro la 5a decade. Con l’aumentare dell’età si ha una tendenza all’inversione del rapporto.

Sintomatologia

La sintomatologia è caratterizzata da una persistente  e spiacevole sensazione di pesantezza, di compressione agli arti inferiori, specie dopo periodi prolungati di stazione eretta, che tende a recedere con il sollevamento dell’arto. Possono comparire lievi edemi alle caviglie. Quando le vene si dilatano e diventano varicose, cordoni violacei e dal decorso tortuoso compaiono lungo la gamba.

Complicanze

La comparsa di varici è legata ad alterazioni strutturali della parete e delle valvole venose. Le principali alterazioni riguardano la struttura del connettivo, della matrice cellulare, e la disfunzione delle cellule muscolari lisce. La presenza di alterazioni cellulari e molecolari ha indotto alcuni autori a ritenere le varici una malattia congenita; tuttavia, considerando che la semplice alterazione molecolare senza la presenza di fattori facilitanti non conduce a comparsa di varici, esse rimangono una patologia primitiva ed il termine congenito va utilizzato soltanto per indicare la patologia venosa presente alla nascita. La presenza di  varici può favorire la comparsa di trombosi venosa : l’ispessimento e l’irrigidimento delle valvole venose che si realizza in questi casi, infatti, le rende completamente incapaci di contrastare il reflusso del sangue. Dopo la fase acuta della trombosi venosa, il trombo va incontro ad un processo di ricanalizzazione, che non sempre rappresenta un evento favorevole nella evoluzione del quadro clinico. Esistono una ricanalizzazione falsa, legata alla retrazione fibrinica ed all’adesione del trombo alla parete, ed una ricanalizzazione vera, dovuta alla proteolisi locale, con formazione di un nuovo canale all’interno del trombo. Il processo proteolitico coinvolge anche gli apparati valvolari eventualmente coinvolti nella trombosi, creando una incontinenza con reflusso. Raramente le varici si rompono con conseguente emorragia. Se l’insufficienza venosa viene trascurata, possono comparire eritemi, dermatiti (con rossore e prurito intenso lungo la parte distale dell’arto), e infine ulcerazioni cutanee .

Diagnosi

L’insufficienza venosa degli arti inferiori si rileva con adeguata anamnesi ed esame obiettivo.  Indagini ecografiche specifiche mediante ecocolordoppler vascolare consentono una diagnosi accurata, permettendo di valutare il grado di insufficienza venosa e anche la pervietà dei vasi, al fine di escludere quadri di trombosi venosa.

Rimedi e trattamenti

È importante mantenere un adeguato peso corporeo e praticare esercizio fisico, scegliendo preferibilmente delle attività che favoriscano movimenti ritmici ed equilibrati (come la camminata o il nuoto), evitando invece quelle che implicano forti sollecitazioni da carico o facili traumatismi. È bene non rimanere a lungo in piedi o seduti (se si è costretti, effettuare a più riprese piccoli movimenti delle gambe). Si raccomanda di evitare il calore diretto alle gambe, e sono anche sconsigliate calzature con tacchi alti (meglio sotto i 5 cm). Nelle ore diurne è fortemente indicato utilizzare calze elastiche a compressione graduata, che permettono di controbilanciare la pressione idrostatica presente nei vasi venosi.

Quando le misure e gli accorgimenti sopradescritti non sono in grado di prevenire o porre rimedio all’insufficienza venosa, è possibile seguire una terapia farmacologica. I principi attivi più utilizzati a tale scopo sono:

  • farmaci anticoagulanti ad applicazione topica: favoriscono la circolazione sanguigna in occasione di insufficienza venosa;
  • Iniezione di sostanza sclerosanti;
  • Farmaci flebotonici: aumentano il tono della parete venosa, di conseguenza riducono la sensazione di affaticamento e di pesantezza alle gambe
  • Farmaci profibrinolitici, utili per sciogliere gli accumuli di fibrina raccolti nelle vene varicose.

Nei pazienti che presentano sintomi più importanti e persistenti, vanno prese in considerazione le procedure ablative, quali la scleroterapia, la radiofrequenza endovenosa o l’ablazione laser, e la chirurgia.

Qualità di vita

Sino ad oggi l’ insufficienza venosa compare raramente nelle tabelle di invalidità delle Compagnie Assicurative e molti dei costi del suo trattamento (farmaci, calze elastiche, medicazioni) non sono coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, perché la sua prognosi quoad vitam non è severa e quella quoad valetudinem non è stata sufficientemente misurata. Studi recenti segnalano che l’insufficienza venosa ha un impatto non indifferente sulla qualità della vita ed uno  studio pilota condotto nel Triveneto  segnala che la qualità della vita è significativamente ridotta rispetto alla popolazione sana a partire dal momento in cui compare l’edema, per peggiorare progressivamente con la comparsa di alterazioni cutanee ed ulcere, e che l’entità di questa riduzione non è diversa da quella di altre patologie croniche socialmente rilevanti e riconosciute.

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