MALATTIE DELLA TIROIDE: COSA C’E’ DA SAPERE

Ebook: TIROIDE E PATOLOGIE TIROIDEE : FOCUS SULLE POSSSIBILITA’ DI TRATTAMENTO a cura di F. Quaglino e  C. Rossi https://www.medicinaxtutti.it/2020/05/03/2289/  post 141

 

La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla  posta alla base del collo  che governa, attraverso la produzione ormonale,   importanti processi biologici come: le funzioni metaboliche, lo sviluppo scheletrico e sessuale, la termoregolazione corporea ed il ritmo sonno-veglia. La funzione della tiroide è regolata dal sistema endocrino e da quello nervoso. L’ipolatamo secerne il TRH che stimola le cellule tireotrope dell’ipofisi a produrre TSH un’ormone che, a sua volta, promuove la produzione  dell’ormone tiroideo, sotto forma di tirosina (T4) e triiodiotironina (T3). La T3 è la forma attiva dell’ormone e costituisce il 20% della  produzione totale della tiroide. Il restante 80% viene mantenuto nella forma T4, pronto ad essere convertito in T3 secondo le necessità dell’organismo. La corretta funzione della ghiandola tiroidea è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio. Lo iodio è presente nel corpo umano in quantità di 15-20 mg, e l’apporto giornaliero necessario è stimato in 150 ug/giorno. Il fabbisogno di iodio è particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini.  Lo iodio, sotto forma di ioduro, viene assorbito dalla tiroide e combinato chimicamente con la tirosina per sintetizzare l’ormone tiroideo. La tirosina è un aminoacido  che   è  anche il precursore delle catecolamine. Dopamina, noradrenalina ed adrenalina, oltre a regolare le principali funzioni fisiologiche, sono coinvolte nella risposta allo stress e nella regolazione del tono dell’umore. T3 e T4 circolano nel sangue legati a proteine di trasporto, e solo delle piccole quantità rimangono libere, queste vengono indicate abitualmente con le sigle FT3 (triiodotironina libera) e FT4 (tetraiodotironina libera). La secrezione degli ormoni tiroidei  segue un ritmo circadiano; i livelli più alti di T3 , T4  si raggiungono durante la notte e nelle prime ore del mattino, mentre i livelli più bassi si rilevano tra le 12 e le 21. Inoltre la sintesi ormonale  è regolata da un meccanismo a feedback : quando i livelli degli ormoni tiroidei nel sangue si abbassano, aumenta la produzione di TSH mentre, un elevato tasso di ormoni tiroidei,  inibisce la produzione di TRH e TSH.

 

Le patologie tiroidee  sono divise in: anomalie di sviluppo ed ectopie, di cui fanno parte le cisti e le fistole dovute alla mancata obliterazione del dotto tireoglosso, tiroiditi, gozzi e tumori benigni e maligni.

La tiroidite è un processo infiammatorio della tiroide. La tiroidite acuta è una infiammazione di tipo granulocitario, la subacuta di tipo granulomatoso, la cronica di tipo linfocitario. La tiroidite acuta è molto rara e dovuta ad infezioni batteriche, la tiroidite subacuta è di origine virale. Entrambe sono solitamente transitorie e guariscono con la restituito ad integrum della tiroide.
La tiroidite cronica , ha una eziologia sconosciuta, con patogenesi autoimmune, ed ha una varietà di manifestazioni cliniche che rispecchiano l’evoluzione del processo infiammatorio della ghiandola. Spesso i pazienti con tiroidite cronica hanno altre malattie autoimmuni associate e nella famiglia esistono altri casi di tireopatie autoimmuni. E’ più frequente nelle donne anziane ma si manifesta spesso anche in  donne più giovani nel periodo successivo alla gravidanza. Le tiroiditi croniche, inoltre, possono essere scatenate dall’uso di determinati farmaci.

La tiroidite di De Quervain, o tiroidite subacuta, è una patologia a verosimile genesi virale, caratterizzata da febbre, dolore e gonfiore al collo in corrispondenza della tiroide. E’ connotata da un iniziale ipertiroidismo, seguito da un transitorio ipotiroidismo, con un ritorno verso la normale funzione tiroidea nella maggior parte dei casi.

La tiroidite di Hashimoto è un’infiammazione autoimmune cronica della tiroide. La maggior parte dei soggetti sviluppa alla fine ipotiroidismo. Per motivi ancora non noti, l’organismo attacca se stesso . La tiroide viene invasa dai globuli bianchi e vengono creati anticorpi che attaccano la tiroide (anticorpi antitiroidei). Alcuni soggetti con tiroidite di Hashimoto presentano altre patologie endocrine, la tiroidite di Hashimoto è più comune fra le donne, soprattutto quelle più anziane, e tende a presentarsi in diversi soggetti della stessa famiglia. Insorge più frequentemente nei soggetti con anomalie cromosomiche.

La tiroidite di Riedel è un infiammazione cronica della tiroide  con sclerosi dei tessuti circostanti e aderenze estese,  negli stadi avanzati la malattia  determina fenomeni di  ipotiroidismo.

Il gozzo è l’aumento del volume della tiroide non generato da una patologia neoplastica ed è un disturbo cronico. È classificato in base all’eziologia, la sede, la morfologia e  la funzione.

In base all’eziologia il gozzo può essere:

  • Disormogenetico;
  • Endemico;
  • Sporadico.

In base alla sede può essere:

  • Cervicale;
  • Cervico-mediastinico;
  • Endo-toracico.

In base alla morfologia può essere:

  • Diffuso;
  • Nodulare.

Da un punto di vista funzionale invece:

  • Ipotiroideo;
  • Eutiroideo;
  • Ipertiroideo.

I tumori benigni della tiroide per la maggiorate sono epiteliali quindi adenomi. I più frequenti sono quelli follicolari.

I tumori maligni della tiroide vengono distinti in:

  • Adenocarcinoma papillifero nel 60% circa dei casi;
  • Adenocarcinoma follicolare nel 10% circa dei casi;
  • Carcinoma anaplastico è il tumore tiroideo più aggressivo e a crescita rapida;
  • Adenocarcinoma midollare nel 5-10% dei casi, ma nel 30% dei casi questo si associar altri tipi di tumore dando origine alla sindrome di Sipple o MEN II (adenocarcinoma midollare+feocromocitoma+adenoma paratiroide).

Le disfunzioni tiroidee che possono associarsi  a processi infiammatori e/o proliferativi, sia benigni che maligni,  sono l’ipotiroidismo e l’ ipertiroidismo.

L’ ipertiroidismo

viene definito come la condizione di iperfunzione della tiroide con ipersecrezione di ormoni tiroidei, è più  frequente nelle donne rispetto agli uomini e  presenta familiarità.  Le   affezioni tiroidee che  determinano ipertiroidismo  sono diverse. Fra le più comuni ci sono il morbo di Basedow-Graves (una malattia autoimmune) i noduli tiroidei (l’adenoma tossico, il gozzo multinodulare tossico e la malattia di Plummer) e le tiroiditi . Va infine ricordato come anche alcuni farmaci (interferone, amiodarone) possano indurre condizioni di ipertiroidismo. I sintomi dell’ipertiroidismo  sono rappresentati da perdita improvvisa di peso, aumento dell’appetito, tachicardia, aritmia o palpitazioni, ansia, nervosismo e irritabilità, tremori e sudorazione intensa, irregolarità mestruali, intolleranza al caldo, disturbi intestinali, stanchezza e debolezza muscolare, disturbi del sonno, assottigliamento della pelle e capelli fragili. Nel caso del morbo di Graves l’ipertiroidismo può associarsi a una complicanza oculare (oftalmopatia di Graves), che si manifesta inizialmente con la comparsa di occhi sporgenti (esoftalmo).

 L’ipotiroidismo

è una condizione di ipofunzione tiroidea. Può accadere che nell’ipotiroidismo i valori degli ormoni di T3 e T4 risultino nella norma. In questi casi, l’indice che può suggerire la presenza dell’ alterazione  è un aumento del TSH, che viene prodotto in quantità maggiori proprio a causa della mancata inibizione esercitata da parte degli ormoni tiroidei. Se il disturbo è segnalato solo da un TSH alto, con valori normali di T3 e T4 normali,   si parla di  ipotiroidismo subclinico. Fra le cause di ipotiroidismo, alcune delle più importanti sono le malattie autoimmuni (ad es. tiroidite di Hashimoto), la rimozione chirurgica della tiroide, la terapia con iodio radioattivo ed alcuni farmaci (ad es. l’amiodarone utilizzato per le aritmie cardiache, il litio per determinati problemi psichiatrici). Talvolta, invece, l’ipotiroidismo può essere congenito ,  determinato dall’incapacità della ghiandola ipofisaria di produrre TSH o può essere indotto dalla gravidanza o dalla carenza di iodio. I sintomi e segni dell’ipotiroidismo variano considerevolmente a seconda dell’età di insorgenza, della durata e dell’entità della condizione.

Fra questi, si possono elencare:

  • Stanchezza e sonno eccessivo
  • Eccessiva sensibilità al freddo
  • Costipazione
  • Secchezza e pallore della pelle
  • Gonfiore al volto e alle palpebre
  • Voce rauca
  • Debolezza e crampi muscolari
  • Elevati livelli di colesterolo nel sangue
  • Periodi mestruali irregolari o più abbondanti del solito
  • Capelli assottigliati e fragili
  • Depressione
  • Problemi di memoria, eloquio lento
  • Rallentamento della frequenza cardiaca
  • Mixedema (accumulo di liquidi sottocutaneo)

Il mixedema è dovuto all’accumulo nei tessuti di alcune glicoproteine per ridotto smaltimento; maggiormente riscontrabile nelle forme più avanzate di ipotiroidismo, è particolarmente evidente nella cute, nei muscoli e a livello cardiaco contribuendo al gonfiore cutaneo e riduzione della performance muscolare e cardiaca. Nei casi estremi, il coma mixedematoso costituisce la complicanza ultima dell’ipotiroidismo severo non trattato.

Alcuni sintomi che compaiono nelle disfunzioni tiroidee possono essere presenti sia nello stato di ipertiroidismo che in quello di ipotiroidismo, questo accade in particolare con i sintomi della sfera psichica. Gli ormoni tiroidei hanno un ruolo essenziale nella regolazione delle funzioni neurologiche e psichiche. Ansia, depressione e altri stati alterati dell’emotività possono presentarsi in caso di malfunzionamento della ghiandola. Alcune ricerche hanno dimostrato che la depressione  si associa all’ipotiroidismo ed all’iperdiroidismo con una frequenza rispettivamente del 56% e del 31% .

I capisaldi della diagnostica tiroidea sono da sempre rappresentati dalle analisi di laboratorio e dalla diagnostica ecografica per immagini; in taluni casi un buon ruolo può essere svolto anche dalla scintigrafia. I dosaggi ematici degli ormoni tiroidei permettono di valutare la funzionalità della ghiandola. La diagnostica ecografica   permette di rilevare, il volume della ghiandola tiroidea, la presenza e le caratteristiche delle eventuali nodularità, l’omogeneità o meno del tessuto tiroideo, la vascolarizzazione della ghiandola e ultimo ma non meno importante, le caratteristiche dei linfonodi cervicali, strettamente connessi alla ghiandola  ed infine  facilita l’esecuzione  del FNAC fine needle aspiration cytology  con conseguente diagnosi citologica .

Anche se non sono disponibili dati epidemiologici dettagliati, diverse indagini suggeriscono  che in totale circa 6 milioni di persone in Italia (massima diffusione nella fascia d’età 55-64 anni) sono affette da una malattia della tiroide.  Gli esperti hanno evidenziato che circa il 40% dei pazienti ha problemi di aderenza alla terapia e risulta insufficientemente o eccessivamente  trattato con conseguente insoddisfazione dei risultati raggiunti in termini di qualità della vita. Le difficoltà nascono principalmente dalla calibrazione del dosaggio dei farmaci, che può essere influenzata da diversi fattori legati all’assorbimento e alla disponibilità del farmaco, quali l’interazione con cibi, bevande e altri farmaci responsabili dell’alterazione dell’acidità gastrica.

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